mercoledì 30 maggio 2012

CUCINA: PIANO SNACK O TAVOLO.

Premesso, come sempre, che tutto dipende dalla metratura del locale che abbiamo a disposizione, le alternative per gestire la zona pranzo in cucina sono diverse.
Da quella più tradizionale con tavolo e sedie a quella più moderna con snack e sgabelli.
La sostanziale differenza tra le due sta nelle altezze e nelle profondità. Il tavolo ha un altezza media di 75 cm che ci consente di stare comodamente seduti sulle sedie, ed una profondità tale da consentirci di pranzare\cenare avendo di fronte l'altro commensale. Di norma i tavoli partono da una dimensione di 70 x 110 (i più piccoli da cucina) ad aumentare, variabili a seconda dello spazio che abbiamo e dell'importanza che vogliamo dare al tavolo.
I piani snack invece, basano la loro altezza su quella del piano di lavoro, essendo generalmente un prolungamento di quest'ultimo oscillano tra 87 cm. e 91 cm. circa, o poco di più se diamo a questo piano un altezza diversa per differenziarlo da quello di lavoro.
Le sue larghezze invece sono sufficienti per far stare in linea piatti e bicchieri, non si mangia (quanto meno nella situazione sopra menzionata) uno di fronte all'altro bensì uno in fianco all'altro, spesso comunicando con la zona lavoro. Gli sgabelli, per via delle altezze, la fanno da padrona.
Se c'è una cosa che ho potuto constatare è come varia la scelta a seconda dell'età del cliente: i giovani sono più per una scelta estetica, dovuta spesso a metrature più ridotte e alla necessità di unire la cucina al soggiorno, per cui optano per lo snack, moderno e d'impatto, con sgabelli fluo e lampade a sospensione in corrispondenza, diciamo che la scena è un pò più teatrale.
Chi invece non è di primo impianto, quindi con molta probabilità ha già affrontato cene e pranzi su sgabelli, predilige l'altezza tavolo e la comodità di una cena su sedie comode, con schienali avvolgenti, senza per questo dover rinunciare all'aspetto estetico o dover necessariamente ripiegare sulla soluzione tradizionale del tavolo contro il muro con le quattro sedie (per fortuna!).
Infatti, in questi casi propongo un compromesso estetico che nulla toglie alla comodità, abbassare l'altezza snack a quella di un tavolo, modificandone le profondità canoniche anche fino a 50 cm. nel caso in cui non si possa optare per una situazione diversa di comunicazione.
Così otteniamo un impatto estetico non indifferente, senza però essere costretti a mangiare sui trespoli. Io, sarò anche un pò anziana, ma essendo dell'idea che la praticità e la durata nel tempo fanno di un ambiente un buon ambiente opto per la seconda ipotesi che mi sembra un buon compromesso. A patto che, in un locale unico cucina-soggiorno non si debba inserire una tavolo da pranzo più importante, finchè i due ambienti sono separati, allora ragioniamo su un tavolo in cucina e uno in soggiorno, se invece è un unico ambiente, niente da fare, due tavoli sono davvero troppi, soprattutto se devono stare ravvicinati. Per cui prestare molta attenzione anche a questo dettaglio non indifferente.


lunedì 28 maggio 2012

PIANO COTTURA ad INDUZIONE.

Se oggi acquistate una casa di nuova costruzione, con il concetto di casa clima a risparmio energetico ed ecologico, dovrete con molta probabilità affrontare il "problema" di non avere il gas per cucinare.
Nel resto d'Europa è un "problema" superato ormai da anni, il costo dell'energia essendo decisamente più basso rispetto che da noi, invoglia e agevola l'utilizzo di piani cottura ad induzione. Ma le nuove norme di sicurezza ormai impongono anche a noi italiani di non utilizzare più il gas.
Dall'estetica accattivante e molto semplice, completamente lisci e di facile pulizia, questi piani cottura permettono di ridurre notevolmente i tempi di cottura agevolandoci nella nostra estenuante mancanza di tempo. Dotati di bobine che generano campi magnetici, funzionano a corrente elettrica, e appoggiando una pentola di metallo sul piano si crea questa reazione che trasforma in calore l'energia del campo magnetico.
Certo, tutte le pentole che abbiamo in casa non vanno bene. Il fondo deve essere necessariamente in acciaio o ferro, per permettere alla chimica di creare queste reazioni, quelle in rame (così belle) in alluminio o in ceramica, ahimè, sono da cestinare!
Al di là delle pentole però, il problema che ci affligge, sono i consumi energetici e spesso il potenziamento del contatore in casa, il 3 kw portato ormai a 4,5, consentirebbe di accendere solo il piano cottura spegnendo però tutte le luci in casa. Giusto sabato una cliente mi poneva l'incognita "ma se accendo il condizionatore, posso utilizzare anche il piano cottura induzione?". Ecco, bella domanda. Allora, ho scoperto che ci sono, ad esempio, i piani cottura Siemens che consentono di limitare la potenza assorbita dallo stesso, anche a 2 kw, in modo da poter mantenere il contatore da 3 kw. Certo, se la mia cliente accendesse piano cottura, condizionatore, frigorifero e lavastoviglie insieme, dubito che il contatore da 3 kw possa essere sufficiente, ma in casi di consumi meno smodati, certamente questi piani cottura dalla potenza regolabile possono essere interessanti.
A livello di sicurezza invece siamo ormai al top. Infatti il calore si genera solo sulla pentola lasciando così la superficie del piano sempre fredda, ciò vuol dire che se il vostro bambino super pestifero ci mettesse su le mani, non si scotterebbe, vuol dire anche che se ci cade un pezzetto di cibo sul piano, non si brucia nè incrosta, la pulizia risulta quindi immediata e praticissima. Se non mettiamo la pentola sulla zona di cottura il calore non si produce, quindi niente sprechi. Fantastico!
Esteticamente questi piani sono molto belli, partendo dal vetro ceramica nero lucido al metal design estetica inox, possiamo abbinarli ad ogni tipo di altro elettrodomestico e cucina, dall'incasso standard al filo top, abbiamo tutte le possibilità di scelta per non rimane delusi.
Se invece, come la mia cliente, siete un pò titubanti e non volete azzardare troppo per restare senza corrente, potete scegliere quelli combinati, con gas ed induzione. Meglio di così!


venerdì 25 maggio 2012

CAPPE D'ARREDO E NON.

La cappa è un elemento fondamentale in cucina.
In primo luogo per un fattore pratico di pulizia d'aria in secondo per un fattore estetico aggiunto.
La legge obbliga ad avere una cappa laddove c'è un piano cottura, e prevede che essa venga posizionata ad una certa distanza da esso per un corretto funzionamento. Questa distanza corrisponde a 65-75 cm dal piano cottura, distanza che consente all'aspirazione di avere un raggio d'azione sufficiente per il ricircolo.
Innanzitutto le funzioni delle cappe sono due: aspiranti o filtranti.
Le prime sono quelle collegate tramite un tubo flessibile al foro d'uscita previsto per legge in tutte le cucine che porta all'esterno.
Le seconde prevedono dei filtri al loro interno, evitando di dover utilizzare il collegamento con l'esterno e quindi di dover vedere il tubo.
Le cappe aspiranti sono sicuramente le migliori a livello di aspirazione, in quanto questo collegamento consente di utilizzare al massimo tutta la loro potenza e di avere un aria sicuramente più pura in cucina. Sono ancor più adatte se l'ambiente cucina-soggiorno è tutt'uno perchè evitano che l'odore di fritto misto si propaghi per tutto il locale nauseando i commensali.
L'inconveniente estetico di queste è ovviamente il tubo di collegamento che nessuno vuol vedere, perchè anti estetico e voluminoso, e perchè spesso deve fare un percorso lungo per raccordarsi al foro. Questo problema si risolve utilizzando una copertura in cartongesso che consente al suo interno il passaggio del tubo rifinendo l'altezza della cucina chiudendola quasi come fosse in nicchia. Il risultato diventa quindi perfetto sia a livello estetico che pratico.
Quelle filtranti invece non richiedendo il collegamento fruttano dei filtri anti grasso, anti odore al loro interno. Le più moderne hanno questi filtri in acciaio che possono essere lavati in lavastoviglie, le altre hanno i tradizionali filtri in panno ai carboni attivi che vanno sostituiti ogni 4-6 mesi.
Queste versioni di aspirazione sono possibili sia sulle cappe d'arredo che su quelle a incasso nel pensile. La scelta è soggettiva, chi non ama vedere la cappa sceglierà l'incasso nel pensile, con cappe dalla potenza che puà arrivare anche a 800 m3, mentre quelle estetiche, a parete o isola, possono arrivare anche a 1300 m3 di potenza.
Quando di sceglie di utilizzare le cappe tubo o cilindriche che hanno dimensioni piuttosto ridotte (circa 40 cm.) sarebbe bene utilizzarne due affiancate, per un fattore di utilizzo ed anche estetico, soprattutto se a isola le cappe assumono un certo valore e corpo.
Esistono cappe predisposte per l'incasso a soffitto, ossia il motore di queste può essere completamente incassato ed essere posizionato ad un altezza di 240 cm. da terra, Valcucine ne ha brevettata per l'appunto una che, grazie ad un ampio vetro trasparente curvo che scende, convoglia il raggio d'azione in direzione della cottura evitando così che la cappa lavori a vuoto.
E' una situazione esteticamente molto piacevole che riduce ai minimi termini la visibilità della cappa.
C'è ne sono altre invece quasi piatte, con inclinazioni minime, che ci consento di montarle a filo dei pensili senza avere la preoccupazione di picchiare la testa nella sua profondità, e di tenere pensili e cappa alla stessa altezza.

mercoledì 23 maggio 2012

ROVERE. Legno parte 2.

E' uno dei legni più utilizzati nel campo dell'arredo per via della sua duttilità giacchè si presta ad essere finito in diversi modi.
Innanzitutto è un legno duro, resistente alle intemperie pur subendo variazioni di dimensioni se esposto all'umidità, proprio per questo motivo non è particolarmente indicato nell'utilizzo da esterni.
Il suo colore naturale è giallo, dalla venatura fitta e regolare. Poroso quanto basta da sentirsi al tatto una certa rugosità è perfetto per essere verniciato. Viene infatti utilizzato per creare il rovere tinto wengè, con la colorazione rosso-marrone caratteristica del legno etnico, viene sbiancato all'estremo senza perdere la sua caratteristica venatura, viene tinto grigio ed utilizzato nelle colorazioni "poro aperto".
La sua fibra viene lasciata leggermente grezza e profonda e laccata con vernici adatte che penetrano nei suoi pori e lo lasciano vivo nonostante la colorazione da noi richiesta.
Si presta bene anche alla decapatura, la colorazione di base del legno viene mantenuta integra ed intatta mentre vengono marcate le venature attraverso uno sbiancamento e invecchiamento che avviene per mezzo ci calce e passaggio in forni.
Come vi dicevo, è stra-usato nel campo del mobile, fino a qualche anno fa ci usciva dagl'occhi quello sbiancato che trovo ancora interessante per il suo colore neutro e facilmente abbinabile ad altri legni, l'unico inconveniente è la tendenza ad ingiallire se esposto troppo alla luce solare, oggi va molto di più nelle tinte più calde del moro o del grigio, ma ancor di più, appunto poro aperto. Per chi non vuole rinunciare al laccato ma gradisce vedere il calore dato dal legno è perfetto. Le colorazioni sono infinite e a nostra discrezione, armati di cartella RAL possiamo fare ciò che preferiamo!
Adatto e molto usato anche nelle pavimentazioni è molto resistente ed estetico soprattutto nelle versioni più chiare o miele.

Alcune delle immagini provengono dal sito Arredaclick.com


lunedì 21 maggio 2012

LARICE. Legno parte 1.

Uno dei legni che preferisco, in assoluto. Versatile e mai banale.
E' un legno perfetto per gli esterni, duro e resistente, ed esteticamente fantastico per gli interni per via della sua colorazione che varia molto in base alla sua provenienza e all'anzianità della pianta, oscillando dal quasi bianco al rosso.
La vena è ben marcata ed evidente, e se come me amate le cose tattili, quelle che sentite sotto le dita e sanno di materia, allora è il legno giusto! La sua conformazione un pò "porosa" lo rende particolare ed espressivo perchè e a rilievo.
Prima di essere pronto per l'utilizzo d'interni va fatto "evaporare", deve perdere tutta l'umidità che contiene per evitare che possa nel tempo creparsi. Per le sue caratteristiche meccaniche e di durezza è un legno che si presta bene anche nel settore nautico, adatto per le imbarcazioni come per l'arredo d'interni.
Personalmente, non lo amo sul mobile, è un legno dalla vena accentuata e piuttosto regolare, dal nodo evidente, sul mobile mi dà un pò l'idea di essere di stucco, mentre trovo che funzioni estremamente  bene come pavimentazione. Il suo colore scalda notevolmente l'ambiente, e prestandosi molto bene a sbiancature e verniciature può assumere diverse sfumature di colore. Quello sbiancato, a mio parere, è estremamente interessante perchè ne evidenza porosità e nodi rendendolo facilmente adattabile a diversi stili d'arredo. Ideale nelle case di montagna, quelle più invernali, con arredi in legno scuro e anche lucido, particolare e di forte impatto estetico nelle case più cittadine, con arredi più leggeri da personalizzare con il colore.
Se invece non sapete come sistemare terrazzo o come arredare il giardino, prendetelo in considerazione, perchè resiste bene all'umidità (per l'appunto è usato per le imbarcazioni) può persino essere immerso nell'acqua, ma fate attenzione, se non viene trattato in questi con resine e vernici negli anni cambia colore deviando al grigio.
In definitiva, è un legno adatto a chi ha carattere e a chi ama il legno nel senso più ampio e naturale del termine. Osare con questo legname  vuol dire personalizzare in modo caratteristico la propria abitazione, senza essere schiavi delle mode del momento che ormai determinano anche le scelte d'arredo.




venerdì 18 maggio 2012

ARREDARE.

ARREDARE: fornire di oggetti e mobili una stanza.
Solo?
E' davvero tutto limitato a mettere una cucina nel locale cucina, un divano nel salotto e un letto in camera?
E' davvero così semplice come spesso si crede?
Certo, potremmo dire che il nostro non è certo il lavoro più massacrante a livello fisico, ma no, posso garantirvi che non è affatto facile.
Voglio spiegarvi come si svolge il nostro lavoro, fatto ad ok, o quasi.
Tutto inizia con l'ingresso del cliente, nel caos più totale dovuto ai 200 negozi\ mercatoni in cui è stato, dalla piantina del suo appartamento\locale e dal cercare di capire esigenze, budget, gusti e carattere. Si abbozza una base di progetto in sua presenza e soprattutto insieme, per capire su che linea lavorare. Poi si elabora questa bozza in progetto più dettagliato, fatto di piante, prospetti e prospettive che lo aiutino ad entrare "virtualmente" a casa sua. Spesso, per i non addetti ai lavori, trovarsi di fronte a questi disegni è come avere davanti una pagina di un libro scritto in aramaico... orientarsi non è facile.
Viene accompagnato da un preventivo il più preciso possibile ma mai troppo definitivo, in corso di discussione con il cliente le cose cambiano in continuazione, il particolare, il fianco più alto o più basso, la finitura di un elemento, lo spostamento di un altro.
Mediamente per preparare il primo progetto ci vuole da un giorno a più giorni a seconda di quanto impegnativo e grande è lo stesso. Non è uno scherzo!
Le fasi dopo, una volta entrati nel vivo della situazione, prevedono la scelta dei colori. Armata di mille campioni di colore, prima ne seleziono alcuni che potenzialmente possono essere adatti. Il campione dell'anta, del top, del tappeto, il tessuto e colore del divano, la piastrella... insomma tutti gli accostamenti possibili. tendenzialmente mettere in ordine tutto questo marasma porta via un sacco di altro tempo :)
Raggiunto un accordo e un'assonanza cromatica, si passa al rilievo. E' la parte più importante per la precisione che richiede. Non esistono misure da tralasciare. Il termosifone, il cassonetto della tapparella, il punto luce, il battiscopa e gli angoli. Anche quella misura che sembra non servirci con molta probabilità tornerà utile. Infatti, una volta che si riporta a disegno il rilievo spesso è la misura mancante che fà tornare tutto! Se ci sono pareti storte e abbiamo previsto elementi non modificabili sul posto (quali marmi, pietre, o mobili particolarmente complessi) è bene fare una dima per evitare ogni tipo di errore. Se un piano di marmo arriva qualche centimetro più grande il cliente si arrabbierà, noi dovremo riportarlo indietro, farlo tagliare, lucidare e rifinire. Se invece arriva di qualche centimetro più piccolo, ahimè. Si butta.
Verificato che il progetto approvato sia fattibile con le misure reali si procede con l'ordine all'azienda o con l'elaborazione delle schede tecniche di lavorazione per il laboratorio di falegnameria.
Anche l'ordine, come potrete immaginare, è importante, deve riportare codici e tutti i particolari di ciò che serve. Possibilmente senza errori, si sà.
Seguirà il montaggio. Molti si affidano a padroncini esterni altri hanno dei dipendenti interni. Questo garantisce che ci sia sempre un occhio vigile e responsabile e soprattutto del personale che conosce quello che monta perchè ogni mobile ha le sue caratteristiche anche nel montaggio. Un mobile mal montato, non curato, una mensola montata leggermente storta, un'anta non in bolla sono dettagli che fanno la differenza.
Se tutto sarà andato come si deve, il cliente ci farà un grande sorriso e ci dirà di sentirsi a casa.
E quella si che è una grande soddisfazione!

martedì 15 maggio 2012

DETTAGLI PER DIFFERENZIARSI.

Ogni casa, a suo modo, è speciale.
Lo è perchè indipendentemente dalla scelta dello stile e dalla scelta d'arredo, è vissuta, vera, piena di cose e profumi e avrà dei pezzi che parlano chiaro e che la differenziano da un'altra proprio perchè appartenenti a chi la vive e scelti con cura dal proprietario.

Sono elementi che bisogna avere in casa, non si può fare a meno di avere quel qualcosa che ci rappresenta, qualcosa di nostro, qualcosa che dica "E' proprio casa tua!".
E una cosa diventa nostra nel momento in cui la viviamo, nel momento in cui ci crediamo e la vediamo importante e bella.
Allora perchè privarsi di cuscini dai tessuti speciali e ricercati, dai motivi geometrici o i più classici damascati con i colori più attuali. Perchè privare il nostro letto, bellissimo da sè, di un soffice piumone abbinato a questi cuscini o di un telo di velluto??
Perchè non personalizzare l'ingresso con un appendiabiti tutto e solo legno, un albero porta abiti, o semplicemente una scultura che incuriosisce!
Uno specchio nella zona pranzo, con una grande cornice in legno intagliata e lavorata amano dai colori tenui, in bianco anticato o legno invecchiato, oppure in oro o argento più decise.
Un poltrona nella cabina armadio fatta tutta di pelo di pecora, soffice e morbida come sedersi su zucchero filato! Sfiziosa e curiosa!
Oppure dei fiori che rallegrano la nostra tavola, un fiore per ogni vasetto, a stelo lungo, profumato e rigorosamente colorato ed estivo, o delle piantine grasse dentro vasetti tutto colore che imbandiscono la tavola sul terrazzo!
O un orologio grande old style che impreziosisce una parete.
Oppure una panchina da giardino pubblico in camera da letto, in sostituzione di un banale divano.

Qualunque sia l'oggetto che sceglierete, il tessuto che adotterete per tendaggi o altro, i colori su cui vi baserete, la tela o stampa che appenderete alla parete, ricordatevi che deve sapere di voi. VOI.













NB: i tessuti rappresentati in queste foto sono pensati e prodotti da L'Opificio http://www.lopificio.it/
Specchio Spini e poltroncina Baxter.

lunedì 14 maggio 2012

IMPIANTI: ORGANIZZAZIONE IN CUCINA.

Poniamo che abbiate acquistato una casa in costruzione o che abbiate deciso di ristrutturare(finalmente!), dopo che avrete pensato alla disposizione muraria è necessario valutare bene l'impianto elettrico ed idraulico, in particolar modo quello della cucina, il quale se mal studiato condizionerebbe la riuscita di una cucina ben organizzata.

- Primo: CARICO E SCARICO ACQUA.
Stabilite dove posizionare il lavello e il gas. E' importante farlo perchè se decideste di optare per una cucina ad isola carico e scarico dell'acqua e il tubo gas andrebbero previsti a pavimento. In altro modo va trovata la posizione corretta che consenta di dividere adeguatamente gli spazi e va valutata a seconda della conformazione del locale.

- Secondo: PRESE ELETTRODOMESTICI.
Anche qui ci sono due scuole di pensiero. C'è chi le prevede direttamente dietro gli elettrodomestici stessi e chi, come me, spesso le imposta nei vani sopra o sotto in modo che per eventuali ispezioni siano facilmente accessibili senza rimuovere l'apparecchio. La lavastoviglie va prevista nel sotto lavello per una facile ispezione (la base sotto lavello è sempre priva di schienale!) e per evitare che lo spessore della presa schuko la spinga in avanti variando quindi la profondità della cucina.

- Terzo: PRESE DI SERVIZIO.
Sono importantissime in cucina e organizzate sopra il piano di lavoro ci permettono di usare i piccoli elettrodomestici senza doverci improvvisare giocolieri. Se abbiamo previsto delle luci sotto pensili sarà bene che una di queste prese di servizio abbia annesso l'interruttore che comanda proprio quelle luci. Non prevedete mai la prese troppo vicine ad acqua e piano cottura, non sono pratiche e soprattutto non sono sicure!

- Quarto: PRESA CAPPA.
Se è a vista va predisposta dietro il camino oltre l'altezza del motore (in questo potrà aiutarvi la scheda tecnica della cappa), se è incassata nel pensile potrete tranquillamente posizionarla oltre la loro altezza (la profondità del mobile, soprattutto se alto, vi consentirà di non vederla) oppure fare uscire solo il filo dietro di essi.



venerdì 11 maggio 2012

DECORARE CON LA PITTURA.

Abbiamo visto come rendere una parete interessante e parte integrante di un ambiente utilizzando la carta da parati. Giacchè non tutti sono propensi a questa soluzione, si può optare per l'utilizzo di verniciature e colori per dare un tocco in più alla casa.
Oggi le pitture in commercio sono le più svariate, e le tecniche stesse offrono diverse personalizzazioni.
Innanzitutto è importante che in cucina, come in bagno e per i plafoni, si utilizzino pitture traspiranti che consentano la giusta respirazione dei muri in modo da evitarne eventuali muffe causate dall'umidità.
Tutte le pitture che utilizzerete devo fare da protezione per il muro ed essere atossiche e possibilmente lavabili soprattutto se si decide di utilizzare dei colori decisi.

- Pittura a tempera: è a base acrilica o vinilica e viene tendenzialmente utilizzata per i soffitti o pareti di minor  "pregio", non offre una forte resistenza al lavaggio pur creando uno strato abbastanza duro.





- Idropittura lavabile e idrorepellente: sono pitture molto coprenti, ideali se vogliamo dare un colore uniforme o forte, eventuali macchie o manate di bambini pestiferi sono facilmente pulibili senza che si sbiadisca o si perda la pittura. Può essere applicata su diverse superfici, cemento, cartongesso e gesso stesso direttamente. Quelle con  resine sono in grado di non favorire la formazione di condensa, perfette quindi per bagni e cucine.


- Pittura a calce (la mia preferita): è un diluito di acqua e calce, sicuramente tra le tecniche più antiche, mischiando pigmenti minerali o terre si possono ricreare colori ed effetti dall'aspetto estremamente naturale. E' una pittura traspirante dalla capacità di allontanare il vapore in eccesso e l'allontanarsi di muffe.



- Terre fiorentine: traspirante ed ecologica dono un effetto rinascimentale alla parete, leggermente granulosa. Dopo aver applicato il fondo opaco si applica il prodotto a tratti alterni con il pennello e si liscia con la spatola. Ovviamente è bene affidarsi ad un professionista per questa lavorazione se si vuole ottonere un effetto pregiato ed elegante.



- Stucco veneziano: amato dai più, il risultato è quello di una parete al tatto liscia e lucida ed è una pittura priva di solventi. La sua applicazione è caratterizzata da effetti e sfumature sempre diversi, la particolarità è che si può applicare anche su elementi non piani, cornici o colonne.


I colori, ovviamente, che si possono scegliere sono molto soggettivi e variano a seconda dell'aspetto estetico che si vuole dare alla propria dimora. Senza dubbio sono da evitare i colori troppo accessi, seppur a primo impatto sembrano quelli più piacevoli, riproposti in ampie dimensioni e visti ripetutamente possono dare fastidio e costringerci ad una nuova imbiancatura in breve tempo. Consiglio di lavorare su colori tenui, lilla, azzurri, verde petrolio, etc. ... in gradazioni non troppo forti. Attenzione anche dove andiamo a mettere il colore. In camera da letto sono da evitare i colori troppo accesi come gialli, rossi e arancio, e anche i verde erba perchè non stimolano il sonno e sono molto vitali, quindi più adatti alla zona giorno. L'ideale, a mio parere, è tenere un uniformità di colore per tutta la casa, un grigio leggero, un tortora molto chiaro, un crema, che dia un legame tra i vari locali. Giocate poi a scegliere una parete che volete far risaltare, quella dove va il tavolo da pranzo ad esempio, con un colore più deciso che sia in tono con l'arredo (in modo da non stonare!) oppure la parete lavabo del bagno, se avete le piastrelle a mezz'altezza potete fare uno stucco deciso oltre.
Insomma, potete sbizzarrirvi creando anche dei disegni dietro il divano, proprio come se fosse una carta.

mercoledì 9 maggio 2012

SISTEMI D'APERTURA.

Oggi, niente mobili, niente decorazioni, niente consigli estetici.
Avete mai fatto caso a quante possibilità ci sono per aprire un mobile? Quanti sistemi sono ormai disponibili per agevolarci e renderci meno faticoso anche solo accedere al pensile sopra al lavello?
Partiamo in ordine di...classicità:

- Apertura battente: è la più antica e sempre verde, consiste nell'applicazione di cerniere fissate al fianco e all'anta che ne permettono l'apertura a tirare destra o sinistra. Viene utilizzata principalmente nelle alte sviluppate in verticale, ossia quelle dalla conformazione stretta e lunga. Più alta sarà l'anta più cerniere avremo distribuite nella sua dimensione, e più sarà larga più cerniere avrà nella parte superiore, in modo che il peso dell'anta non faccia sbilanciare e pendere da un lato. Prevedere l'applicazione di maniglie o di una gola.



- Apertura ribalta/vasistas: consiste nell'avere due pistoni, uno lato destro e uno lato sinistro, tra basamento/cappello e anta. Sistema che funziona a gas, consente di aprire le ante dall'alto verso il basso e viceversa. Utilizzata per le ante dalla conformazione orizzontale, basse e lunghe, fino a tempo fa soprattutto nel caso dell'apertura ribalta, quando il pistone perdeva potenza (gas) l'anta aveva difficoltà a rimanere perpendicolare al pensile e spesso, piano piano, cadeva. I pistoni di ultima generazione, fortunatamente hanno vita più lunga. Utilizzabile sia con maniglia, che con ante calanti o push-pull.



- Apertura a spinta o push-pull: consiste nell'applicazione di un cricchetto nella parte alta della base con calamita sulla'anta. Spingendo leggermente in corrispondenza di questo punto questo spinge indietro di qualche centimetro l'anta per agevolarne la presa, evitando così di applicare maniglie sull'anta. E' sempre consigliabile effettuare la spinta in corrispondenza del push-pull per evitare fatiche.



- Apertura scorrevole: consiste nell'applicazione di un binario su cappello e basamento, che permette lo scorrimento delle ante da destra sopra la sinistra e della sinistra sotto la destra, e viceversa. In questo modo avremo sempre un anta che rimane in avanti dello spessore sufficiente per permettere sotto di se lo scorrimento dell'altra. Utilizzata soprattutto per ante molto grandi e pesanti come quelle degli armadi.



- Apertura scorrevole complanare: Il sistema corrisponde a quello dello scorrevole tradizionale, con la differenza che le ante saranno tutte allineate e a filo, il meccanismo consente all'anta di farsi in avanti e poi scorrere sopra le altre ante proprio in modo classico. Impatto estetico ad armadio chiuso non indifferente per la pulizia nelle linee.




- Apertura elettrica: rientra in quella classificazione detta Domotica. I mobili vengono dotati di micro interruttori o sotto l'anta o sotto il top, premendo quello in corrispondenza del vano che si desidera utilizzare, questo si apre, magicamente. Molto utile nei pensili a ribalta posizionati in alto, in quanto non dovremo stirarci per prendere l'anta e richiuderla. Ovviamente quando si pensa ad una cucina o mobile con queste caratteristiche bisognerà valutare di avere delle prese di corrente in posizioni strategiche per mascherare la presenza di fili. Proprio perchè questi sistemi sono elettrici.

Potrei aggiungere almeno un altro paio di possibilità, ma queste sono le più usate, l'ultima più sofisticata e costosa, tutte molto valide se bilanciate ai pesi che devono portare. Il fattore estetico influisce anche qui, dipende se volete o no vedere la maniglia o preferite le situazioni nettamente più pulite e senza intrusioni. In ogni caso fatevi consigliare qual'è la migliore apertura a seconda del mobile che state comprando!

lunedì 7 maggio 2012

E LUCE FU.

Lo sapete qual'è un altro elemento FONDAMENTALE in una casa?
La luce. Si, perchè possiamo mettere tutti i mobili di design appena usciti sul mercato, le novità dei più importanti architetti e tutto quello che ci pare in casa, ma non possiamo trascurare l'illuminazione, ciò che da la giusta atmosfera ad ogni ambiente, caratterizzandolo per l'utile che se n'è deciso di fare. 
La luce è l'elemento che non può mancare e va pensato con la giusta attenzione.
Innanzitutto le tipologie sono svariate: Lampade da terra, da tavolo, a sospensione, a soffitto, a parete. E' per questo che ogni ambiente può godere della luce adeguata. Su un grande tavolo da pranzo l'ideale è una lampada a sospensione con un apertura ampia per fare passare bene la luce, in modo che durante i vostri pranzi/cene possa essere sufficiente ad accompagnare il convivio senza bisogno di dover accenderne delle altre. Fate attenzione, molte delle lampade in commercio, di design e non, fatte di svariati materiali, non fanno molta luce in quanto la dirigono in punti precisi e in zone che necessitano di illuminazioni ampie non sono adeguate, seppur belle.
In soggiorno, come in camera da letto meglio evitare i punti luce centrali a soffitto ma stabilire punti "strategici" come i comodini, il comò o lo scrittoio, sono ambiente che non necessitano di luci invadenti e forti ma di accompagnamento. Per cui definiamo la zona divano con una lampada da terra che illumina la zona conversazione e dei punti luce a parete ( a seconda della grandezza del locale) che illuminano il locale.
In cucina invece, a seconda della conformazione del locale, il punto luce centrale è utile perchè da una visione d'insieme dello spazio, bisognerà poi illuminare adeguatamente il piano lavoro utilizzando le luci sottopensile, meglio se neon a luce calda, fanno molta più luce del led durando molto e costando molto meno!
Se abbiamo un piano snack o un tavolo in cucina faremo diventare il punto luce centrale laterale, lo indirizziamo verso la zona tavolo mantenendo comunque una luce d'insieme.
Il bagno è un'altra zona che richiede delle luci di servizio, per cui anche qui il punto luce centrale va bene, a soffitto e assolutamente non a sospensione (abolito il classico lampadario!). Se possiamo e ci piace rilassarci quando facciamo la doccia o il bagno, possiamo incassare dei faretti nel controsoffitto proprio sopra questi spazi, li utilizzeremo come luci d' atmosfera. La luce sullo specchio richiede un occhio di riguardo perchè il riverbero che crea riflettendosi non sempre è piacevole, per cui meglio scegliere delle lampade schermate, con del vetro.
In cameretta vale un pò la regola della camera da letto, quindi una luce vicino al letto e in direzione delle scrivanie, qui però una luce a soffitto non mi sento di sconsigliarla del tutto, soprattutto se i bambini non sono molto grandi.
Se abbiamo poi delle scale che portano in taverna o al piano superiore, prevediamo delle luci conta passi incassate nel muro, che evidenziano i gradini e aiutano a non cadere. Queste sono situazioni che è giusto pensare in fase di costruzione, per avere un lavoro fatto bene e preciso.


domenica 6 maggio 2012

CABINA ARMADIO.

Chi, almeno una volta nella vita, non ha pensato a quanto sarebbe bello avere una grande stanza solo per i vestiti?
Praticamente nessuno.
Perchè la cabina armadio è sempre stato uno spazio affascinante, presente nelle bellissime case che vediamo nei film, dà l'idea di qualcosa di sfarzoso e di intimo.
Oggi, purtroppo, se abbiamo acquistato una casa di nuova costruzione già bella che finita, con una metratura media, difficilmente ci potremo permettere di inserire all'interno della casa questo spazio che richiede delle dimensioni di "abitabilità" piuttosto ampie.
Per intenderci, la cabina armadio è innanzitutto, un armadio privo di ante e lo scopo è quello di accedere all'interno di questo spazio/locale per potersi cambiare e rilassare avendo a vista tutto l'abbigliamento e gli accessori che possediamo.
Per fare questo però occorre strutturare il locale, se abbiamo una camera da letto abbastanza grande possiamo valutare di attrezzare una parete lineare a cabina, usando una profondità che oscilla dai 120 ai 150 cm. considerando poi di chiudere questo spazio con delle porte scorrevoli e dei fissi in cartongesso, o tutto vetro. Se invece abbiamo un locale a parte, adiacente alla camera, ancora meglio, basterà strutturare la cabina al suo interno come fosse un armadio.
Un tempo per strutturare la cabina si utilizzavano le strutture degli armadi, quindi profondi 60 cm. con le sue spalle, basamenti e cappelli. Ora invece l'evoluzione propone cabine armadio a boiserie, strutturate quindi da pannelli fissati a parete tramite cremagliere che consentono di spostare su e giù le attrezzature e di non avere fianchi che dividono gli elementi. Si riesce così ad ottenere una cabina aperta in tutta la sua ampiezza.
Oppure delle strutture a montanti che lasciano comunque aperti i laterali e permettono il completo utilizzo da pavimento a soffitto. Questi particolari e l'assenza di ante, consento di poter ridurre la profondità anche fino a 45 cm perchè gli ometti con gli abiti possono tranquillamente "uscire" e sbordare dalla struttura senza andare contro a nulla.
Così avremo la profondità della cabina di 45 cm. più lo spazio utile per muoversi di almeno 80 cm (ricordate che è la misura minima a consentirvi l'accesso all'interno di uno spazio).
Com'è meglio però strutturare l'attrezzatura interna?
Idealmente io propongo sempre di sfruttare la parte alta della cabina (ma vale anche per gli armadi tradizionali) con un ripiano (due se arriviamo a soffitto) che fa da contenitore per il cambio stagione, divido poi lo spazio sottostante con l'appenderia e una cassettiera a 3 o 4 cassetti. Un elemento va usato invece per l'appenderia lunga, cappotti, abiti, etc... quindi si potrebbe avere un ulteriore ripiano in basso ( a meno che non siate alti più di 2.20 mt), un altro elemento, magari di larghezza ridotta può prevedere ripiani per maglioni, magliette e tutto ciò che abitualmente riponiamo piegato, porta camice (ripiani con delle spondine laterali e scorrevoli) e accessori vari.
Importante è inserire anche uno specchio, utile per provare e riprovare i vostri abiti senza dover uscire dalla cabina per guardarvi. Se lo spazio è poco una soluzione carina può essere quella di sfruttare le porte scorrevoli che fanno da chiusura, con il lato interno (quindi verso la cabina) a specchio e quello esterno a piacere, vetro, laccato o legno o tappezzato come le chiusure a lato in modo da sparire visivamente. Se lo spazio lo consente invece inserite uno specchio importante verticale (così vi specchiate per intero), con una cornice importante, scegliete una bella poltroncina e un tappeto morbido su cui sia piacevole poggiare i piedi nudi, una lampada da terra ed accomodatevi e scegliete con molta calma che cosa indossare!

mercoledì 2 maggio 2012

SAN PATRIGNANO. BARRIQUE.

" Il riscatto delle persone attraverso il riciclo del legno delle botti e il recupero del lavoro artigianale che da sempre contraddistingue il nostro Paese.E' quanto avvenuto a San Patrignano,grazie all'aiuto di Maurizio e Davide Riva e al sostegno di Federvini, FederlegnoArredo e Cosmit, attraverso il progetto"Barrique, la terza vita del legno",che ha coinvolto 30 grandi grandi architetti e designer che hanno progettato,a tema libero,un oggetto di design, usando il legno di recupero delle botti della comunità."

E' così che si apre la pagina di una delle esperienze più apprezzabili che si possano avere a livello visivo e tattile.
Per gli amanti del legno è qualcosa di stupendo, per i solidali e coloro che pensano che una seconda possibilità non si neghi a nessuno, anche.
Perchè qui è proprio di seconde e terze possibilità che si parla, di seconda vita, delle persone e del legno. 
Il progetto, ambizioso e ben riuscito, nasce dalla comunità di San Patrignano che come obbiettivo ha il recupero delle persone emarginate e dei tossicodipendenti con un programma di re-inserimento e formazione degli stessi per un migliorarne l'approccio alla vita e alla società stessa. Tutto questo come Organizzazione non governativa, come volontari e soprattutto offrendo protezione e sostegno gratuiti.
Il Progetto BARRIQUE La terza vita del legno aiuta queste persone nel reintegro e dona nuova vita al legno delle botti. Riciclo e recupero di botti e persone.
Le botti vivono dapprima come alberi, poi conservano e mantengono l'importante contenuto qual'è vino, ne assorbono fragranze, sapori, odori e colori. 
Che fine fanno una volta che adempiono al loro compito?? I più importanti architetti e designer del mondo hanno disegnato degli oggetti proprio pensando al recupero di queste botti.
Barrique sono botti da 230 lt. di rovere francese robusto, lavorabili solo dieci giorni dopo l'apertura delle stesse, proprio per la particolare morbidità che il legno acquisisce con il vino, vengono lavorate dai ragazzi della Comunità di San Patrignano che imparano e amano un mestiere sconosciuto ai più ma molto nobile. 
E' un progetto commovente nel suo genere nonchè utile in un era in cui l'ECOSOSTENIBILITA' è fondamentale.
Toccare questi oggetti di design e d'arredo lascia trasparire quella che è la porosità più cruda del legno e la rugosità delle persone che le hanno realizzate, traspirano vita e sentimento, c'è un qualcosa di poetico nella loro storia.
Per l'occasione Castiglioni e Scarzella (1.) hanno disegnato un tavolo dal basamento ricavato dalle doghe delle botti mantenendone la curvatura e il colore naturale; Cappelletti (2.) ha creato un tavolo utilizzando le doghe come base ma girandole di profilo in modo da creare uno sfizioso gioco di luci e trasparenze; Citterio, (3.) in pieno stile Flexform, disegna una poltrona tenuta insieme da tasselli anch'essi di legno; Colombo (4.) ispiratosi alle "Signor dei mari" incastra le doghe a lisca di pesce su cui poggia il piano tavolo;  Figini (5.) disegna una chaise-longue; Elio Fiorucci (6.) una lampada a forma di occhio per recuperare la curvatura delle doghe; Missoni (7.) dalle doghe ha ricavato un dondolo, come quelli dei film, appesi ai rami degl' alberi, tenendo insieme le doghe da corde multicolore e nodi. 
E molti altri hanno interpretato a loro modo l'essenza del legno, del vino e della vita.


SAN PATRIGNANO