giovedì 29 marzo 2012

Cucina atto secondo. Scegliere il TOP!

Ecco qui qualcosa di davvero importante.
Scegliere il giusto piano di lavoro è essenziale per la durata di una buona cucina. E' un investimento alle volte non indifferente ma certamente valido. Ognuno è determinato da caratteristiche specifiche, pro e contro. Valutate e decidete!!
Le offerte sono le più svariate:
  1. Laminato standard,come già vi ho spiegato, è un buon materiale che può essere tranquillamente utilizzato in cucina tenendo conto di alcune accortezze. Non inserire MAI lavello o piano cottura che non abbiano un incasso sopratop. Essendo un top fatto da un supporto di truciolare, potrebbe senza difficoltà assorbire le infiltrazioni d'acqua e gonfiarsi. Se volete un filotop restando sul laminato, scegliete il laminato hpl tutto spessore, stratificato. 
  2. Marmo: anche lui 100% naturale, non resiste agli acidi, per cui dimenticando il limone tagliato a diretto contatto è facile che possiate ritrovare un alone in questa corrispondenza. Molto poroso assorbe facilmente i liquidi ed è non molto resistente ai graffi, in compenso però resiste bene alle alte temperature. Quando si sceglie un piano naturale bisogna sempre tener conto delle sue imperfezioni, e che l'originalità di questi piani è data dalla loro diversità, in quanto ogni lastra presenterà delle differenze che la renderà unica.
  3. Granito:  materiale naturale estratto dal magma è composto in alta percentuale da quarzo, di conseguenza è molto resistenze agli acidi. Essendo però di estrazione naturale è piuttosto poroso, quindi assorbe facilmente e può macchiarsi, per questo viene sempre trattato con impregnanti che ne assicurano (almeno per un lungo periodo) l'impermeabilità. Se scegliete questo piano assicuratevi che alla consegna vi lasciano anche una boccetta di trattamento impregnante, lo dovrete ripete un paio di volte l'anno per avere sempre un piano resistente e non assorbente. 
  4. Sintetici: si dividono in due categorie: quelli con alto contenuto di resine (facilmente graffiabile) e quelli a basso contenuto. Quest'ultimi sono composti per il 90% c.a. da quarzo naturale e il restante 10% di resine. Imitano a livello estetico le caratteristiche di marmi e graniti quasi a confonderli, in finitura lucida (come si usava una volta) o opachi e lavorati a spacco per riprendere la naturalità e il calore delle pietre, sono praticamente indistruttibili, resistenti ad urti, graffi, impermeabili, unica accortezza è non appoggiare direttamente sul piano la pentola tolta dal fuoco, le alte temperature potrebbero causare uno shock termico con relativo sbiadimento della zona (o nella peggiore delle ipotesi, seppur piuttosto remota, la rottura). Ma suvvia, io sono fiduciosa che tutti a casa abbiamo dei graziosi sottopentola! Potete prevedere ogni tipo di incasso per i vostri elettrodomestici da piano.
  5. Kerlite: è un piano in gres porcellanato delle spessore di 3 millimetri, resistentissimo e facile da pulire, resiste al fuoco e alle alte temperature, non assorbente e assolutamente igienico in quanto privo di elementi inquinanti e nocivi. E' un ottimo materiale con cui si possono eseguire sagomature e tagli particolari e può essere utilizzato come tagliere!
  6. Vetro: è una delle ultime frontiere nato per accompagnare cucine con anche le ante in vetro. Rigorosamente temprato, viene portato a temperature così elevate da ammorbidirlo e bruscamente poi portato a raffreddamento, processo che aumenta la resistenza e fà si che in caso di rottura si rompa in pezzetti non taglienti. Ha un ottima resistenza al calore e alle macchie. Ma è pur sempre vetro, per cui se sfortunatamente dovesse cadervi la moka dal pensile... sappiate che si scheggerà... il vetro!
  7. Acciaio: resistente, igienico. Non a caso il più usato nelle cucine professionali. Neo non indifferente è la NON resistenza ai graffi, si riga facilmente, per cui bisogna sapere che non sarà per troppo tempo liscio e lucido. Se vi turba quest'idea scegliete un altro materiale. Una cosa molto interessante e a suo vantaggio è la possibilità di saldare gli elettrodomestici in modo da renderli inglobati perfettamente. Potete saldare il lavello sia quello con vasche tonde che quelli più di design a spigolo vivo, e anche il piano cottura se è a fili top o semi filo (per cui ha i bordi più bassi). Tenete solo conto di una cosa però, nel tempo gli elettrodomestici potrebbero rompersi e necessitare di manutenzione, se saldate il piano cottura al top, sarà praticamente impossibile che possiate cambiarlo senza dover ricorrere alla sostituzione dell'intero top di lavoro!
Potrei allungare l'elenco aggiungendovi il Corian, il listellare legno e le piastrelle in diversi formati. 
Le soluzioni sono tantissime, tutte variano per scelte estetiche, gusti personali e soprattutto la praticità di chi li adopera.  C'è solo da sbizzarrirsi!!

lunedì 26 marzo 2012

UNA CUCINA ROSSO PAPAVERO.

Ebbene si, mica che al mondo si fanno solo cucine color crema, bianche e lucide!
Per mia fortuna i clienti che desiderano avere qualcosa di diverso e personale esistono ancora, e allora io ci vado a nozze, perchè perdermi tra mille campioni di materiali e colori e abbinamenti è la mia passione.
Questa cucina, dalla conformazione piuttosto quadrata presentava una metratura non indifferente, con porta finestra su un lato e ovviamente ingresso dall'altro, ci ha permesso di utilizzare quasi totalmente 3 pareti con la zona lavoro e la quarta parete con tutte colonne.
La zona lavoro è stata studiata rispettando tutte quelle regole di cui vi ho parlato al post Cucina Atto Primo, piano di lavoro-cottura-piano di lavoro-lavaggio-piano di lavoro. Partendo da una profondità canonica di 60 cm. abbiamo evidenziato la parte angolo con la profondità di 80 cm. totale contenimento, con dei cestoni a guide Blum estrazione totale, per non perdere neppure un centimetro! L'angolo con il magic corner per una maggiore comodità, e la base sotto lavello che presenta le caratteristiche di quattro cestoni, in realtà si apre con  2 ante battenti per preferenza del cliente. Evidenziata questa zona si è tornati alla profondità 60 per lavastoviglie e altri contenitori. Il terzo lato, più ridotto in larghezza è stato alleggerito dandogli un aspetto sospeso con due basi più basse ed uno zoccolo rientrante utile a scaricare il peso a terra ed una profondità più ridotta. 
Nella parte superiore, per evitare di posizionare i pensili a diverse altezze (sempre per il discorso fatto nel precedente post) ne abbiamo cambiate le profondità, quelli in corrispondenza del piano di lavoro prof. 80 sono 45 cm, mentre gli altri standard. Ovviamente per una questione di leggerezza globale del locale i pensili coprono solo una parete lineare, nell'altra fà gioco solo una grande cappa a vista in acciaio.
Tra base e pensile, giacchè abbiamo voluto evitare le piastrelle, abbiamo ripreso nella parte più soggetta a schizzi e unto la pietra utilizzata sul piano, trattata con un liquido che la rende impermeabile, al di sopra il legno -teak- dei pensili per legare la parte alta della cucina. 
Solo dove si trova la cappa, quindi in corrispondenza dai fuochi abbiamo evitato il legno, tenerlo lontano dal calore e il vapore diretto è meglio, ed abbiamo utilizzato uno schienale in acciaio.
La zona conservazione invece è defilata nella parete colonne. Presenta un grande frigorifero in acciaio fronte e lati, e due colonne teak contenenti i forni che non volevamo vedere per una questione estetica. 
Il tutto è circondato da due colonne apertura push-pull che creano l'effetto nicchia, e una grande fascia di chiusura superiore, nel colore della cucina.   
In mezzo al locale un grosso tavolo quadrato composto da 4 quadrati a venatura opposta, con gambe inox a L appositamente realizzate. Un piccolo ribassamento in corrispondenza del tavolo cala quattro lampade a sospensione molto leggere, come le sedie in polipropilene trasparente.

Nel complesso la cucina è stata realizzata con ante in multistrato impiallacciato teak venatura orizzontale, e multistrato più formica Abet fin. sei ROSSO PAPAVERO con bordi legno a vista. 


































Si ringraziano i padroni di casa e Abita Sas. per  aver autorizzato la pubblicazione di queste foto che rimangono di proprietà di Rosso Papavero e Stefania Tripodi © 2007-2012 Tutti diritti riservati. NON AUTORIZZO per alcuna ragione la pubblicazione di queste foto in spazi della rete che siano forum o altro che non consentano il link al contenuto originale.






domenica 25 marzo 2012

LA CUCINA. Atto primo.

Quando progettiamo una cucina, indipendentemente dalla sua conformazione, seguiamo delle semplici regole che consentono di avere la giusta organizzazione di spazi e movimento per chi cucina.

1. Innanzi tutto, noi siamo il pallino nero.
Buona regola è avere un intervallo dei piani di lavoro tra piano cottura, lavaggio e conservazione utile per appoggiare un elemento appena tolto dal frigo, lavarlo, affettare-tritare, mettere sul fuoco, togliere la pentola dal fuoco. Poche mosse efficaci che rispettano l'ordine cronologico dei movimenti più diffusi in cucina.




2. Noi siamo sempre il pallino nero.
Le distanze minime sono molto importanti perchè sono quelle che consentono di mantenere fluido l'andamento e ci evitano di dover spostare in continuazione qualcosa. Bisogna sempre tener conto dell'ingombro di apertura delle ante, oltre che della profondità di un mobile. Quindi, se davanti ad esso dobbiamo posizionare il tavolo sarebbe bene avere 120 cm. dalla fine del mobile all'inizio del tavolo, questo permette che ci sia lo spazio utile alla persona di aprire le ante senza doversi mettere sul lato. Tra il lato del tavolo e il muro, o comunque una zona priva di mobili, è ideale una distanza pari a 1 mt, che consente ad una persona di stare seduta e ad una altra di poter passare dietro.

3. Altra questione importante è il rispetto delle altezze. Cerco sempre di memorizzare l'altezza dei miei clienti per stabilire qual'è l'altezza ideale e pratica di basi e pensili, in modo che siano soggetti al minor sforzo (giacchè, la comodità piace a tutti). Si parte dal filo sopra del piano che oscilla mediamente tra gli 80 cm e i 112, a seconda delle altezze di zoccoli, top, basi e accessori vari. Per una persona alta 180 cm. (beato lui!) sarebbe scomodo lavorare su un piano h. 88 cm, lo costringerebbe a stare in posizione innaturale. A seconda poi di quest'altezza si stabilisce l'altezza dei pensili. Se il piano rispetta una profondità di 60 cm, il pensile viene montato tra i 50-55 cm. da esso, se invece il top sporge è bene abbassare i pensili anche fino a 40 cm per consentirci di non doverci arrampicare per aprire e chiudere le ante.
Disegno e progettazione a mia cura.

martedì 20 marzo 2012

ABET LAMINATI. Laminatino a chi?!?

Volgarmente: formica.
Nonostante la diffidenza, uno dei materiali più resistenti in assoluto nella categoria laminati.
Ma sapete davvero che cosa vuol dire Laminato?
Esistono infatti diversi tipi di laminati in commercio, ma quello riconosciuto a livello europeo HPL è Abet, http://www.abet-laminati.it/  italianissima azienda, per tutti gli altri si parla di laminatino CPL.
HPL sta per HIGH PRESSURE LAMINATES, cioè laminato ad alta pressione, costituito da carta Kraft impregnata di resina fenolica, passata attraverso diversi rulli, immersa in 3 vasche con diverse resine, viene poi posizionata la carta con un foglio di cellulosa pura e termofusibile su una pressa stampo che a 150° con una pressione di 90 kg per cm2 fà si che si adegui allo stampo stesso.
Ciò determina innanzitutto la sostanziale differenza di spessore rispetto al comune laminato, HPL va da 2 mm agli 8 mm., mentre il secondo ha lo spessore di un foglio di carta A4 che comunemente utilizziamo per stampare, Abet ha una conformazione tosta, rigida il secondo svolazza. Nonostante entrambi questi fogli possano essere incollati su supporti truciolari, la loro resa finale è diversissima, perchè l'HPL è resistente al graffio, all'usura, all'acqua, ad agenti chimici, calore, vapore ed è impermeabile. Lo stratificato HPL, utilizzato per i piani di lavoro in cucina è l'unico laminato sul quale sia possibile montare lavelli e piani cottura filotop.
HPL propone un infinita gamma di possibilità, dal laminato liscio (Sei-cera) di colore opaco e uniforme, il Soft effetto vellutato morbido al tatto, il lucido, l'effetto legno, il millerighe in diversi colori, l'effetto muro, i metallici e quelli lavorabili tramite stampe digitali, insomma: di tutto! 

Valcucine, (ad esempio) non a caso utilizza Abet HPL stratificato per Riciclantica, sp. 7mm. 
Come lo utilizza Abita sas. e come fa DeRosso.
Chiariamo: il CPL nell'uso comune di una cucina, di una cameretta, nel complesso è di qualità media perchè prodotto a bassa pressione. Resiste agl'urti, all'usura, alla luce, ad agenti di pulizia domestica, più limitato nella scelta di colori e trame è più economico rispetto HPL, ma non per questo trascurabile quando si cerca un prodotto a budget più ridotto.  

NB: Karim Rashid ha disegnato per Abet una serie optical a stampa digitale. (foto 2)

lunedì 19 marzo 2012

SEMPREVERDE.

Perchè "Sempreverde"?
Perchè ci sono cose intramontabili, sempre e comunque attuali. Ed alcune di queste sono proprio le librerie, quelle classiche che iniziano e finiscono con la parete, che riempiono un locale con le storie che sorreggono.
Laccate opache, in legno o in metallo. Sviluppate in orizzontale o in verticale. Ce n'è per tutti i gusti!
L'importanza di questo arredamento è data dalla rigorisità e pulizia, dalla precisione della composizione.
Nel corso degli anni è cambiata la sua conformazione, seguendo quelle che sono le esigenze di spazio e gli stili più contemporanei.
Si è spaziato utilizzando spessori diversi, 2-4-6 cm. a seconda dell'importanza che si voleva dare ad essa.
Voglio iniziare a mostrarvi qualche mia realizzazione, qualche lavoro vero e proprio, che mi sembra più utile per aiutarvi a capire.

Per andare in contro, appunto a tutte quelle che sono le esigenze di una famiglia, nel caso specifico, ho disegnato una libreria con una struttura molto importante ed evidente, a sottolineare la solidità degli elementi, e giacchè il cliente (come molti) aveva necessità di inserirvi la tv e di avere anche dei contenitori chiusi, abbiamo unito le due cose giocando con diverse profondità e spessori.
Questo è uno degli enormi vantaggi del su misura artigianale, che ci ha permesso di accontentare il cliente in toto, dal disegno alla scelta del colore (la richiesta specifica di qualche elemento grigio, ad esempio, in vetro laccato per i pensili).
La libreria, inoltre, è caratterizzata da dei nottolini in acciaio rotondi tra spalle e ripiani, piccolo dettaglio che differenzia questa libreria da quelle prodotte in serie.

Questa libreria, progettata da me, è stata prodotta e realizzata da ABITA sas. studio\laboratorio su misura. http://negozi.webmobili.it/n-14823-abita-milano--.html

giovedì 15 marzo 2012

PRIMO IMPIANTO. AIUTO!!


Ecco la cosa davvero difficile: la scelta della casa giusta.
Diciamocelo pure, se una casa valesse l’altra noi finiremmo con l’arredare garage (per carità, in tempo di crisi facciamo anche questo!). Quindi bisogna partire capendo qual'è l'acquisto che vogliamo fare, sia da un punto di vista economico che estetico. Appartamento, villetta con o senza taverna, loft, monolocale, … ?? Ognuno ha le sue preferenze che devono incontrarsi con quelli che sono gli stili di vita del proprietario stesso, perché ognuna di queste scelte può essere più o meno impegnativa. 
Senza voler entrare nel dettaglio di una scelta soggettiva, esaminiamo quelle che possono essere regole  valide ad ogni opzione.

1)      Prima di tutto verificare la metratura della casa scelta, confrontando ciò che viene riferito da agenzie e proprietari con la reale metratura rilevata in loco.
2)      Stabilite le priorità: cucina abitabile, cucinotto, cucina a vista. Ripostiglio si o no. Sala da pranzo? Camere da letto grandi o con metri quadri essenziali. Bagno con vasca o doccia? Avere chiare queste preferenze vi aiuterà nella considerazione delle dimensioni effettive locale per locale
3)      Valutare che la casa sia esposta al sole e che idealmente lo sia al mattino la zona notte  e per il resto della giornata la zona giorno, nei casi più normali però dovendo scegliere è più indicato che siano le camere da letto maggiormente esposte in modo da avere di notte una temperatura più tiepida e mite (anche nei mesi invernali. La zona giorno è sempre più riscaldata grazie all’apporto di calore che arriva dalla cucina.)
Questo vi consentirà di godervi living, cucina e terrazzi anche in piena estate senza dover tenere le tapparelle abbassate tutto il dì e l’aria condizionata che pompa al massimo!
4)      Se andate a vedere una casa già arredata, respirate profondamente e una volta entrati NON focalizzatevi su quello che vedete al suo interno, non badate a dove hanno messo tavolo, divano, letto, etc… perché è forviante e se i precedenti inquilini hanno fatto scelte sbagliate e non hanno sfruttato al massimo gli spazi, finireste col fare lo stesso anche voi.
5)      La zona giorno è sempre meglio che sia proporzionalmente più grande della zona notte, che abbia finestre e porte finestre ampie, che magari lascino spazio a paesaggi godibili alla vista dalla postazione divano. Le camere è bene che diano all’interno del contesto abitativo, verso il cortile o i garage, in modo che di notte si senta meno il rumore della strada e che siano lontani da distrazioni del sonno. Alla peggio assicuratevi che la strada in questione non sia troppo trafficata di notte.
6)     Valutate i lavori di ristrutturazione e ricordate: TUTTO CIò CHE NON FARETE PRIMA DI ENTRARE, con molta probabilità, NON LO FARETE PIU’. Quindi, se i pavimenti non vi piacciono, i rivestimenti delle pareti sono obsoleti, gli impianti idraulici ed elettrici non sono a norma, gli scarichi dell’acqua non sono in posizione strategica: cercate di sistemare almeno l’indispensabile, ricordando che una casa a norma è anche più facile da rivendere e che VI DEVE PIACERE nel suo complesso!
7)     Munitevi di piantina della casa, qualche misura fondamentale e … VENITE A TROVARMI!

mercoledì 14 marzo 2012

E' primavera!

Gervasoni; Emu, Corradi, Rinaldi, Musacchi.
Ormai ci siamo. 
Il sole splende alto fin dal mattino presto, le giornate si sono allungate anche qui al nord. 
CIO' NON VI INVOGLIA A STARE ALL'APERTO??
A me si, infatti credo sia proprio il momento giusto per pensare alla sistemazione del giardino!
Ok, non tutti ne hanno uno, ma che importa! Se non è il giardino è il terrazzo oppure il balcone, insomma basta avere un piccolo e personale sbocco esterno da poter adibire a Eden.
Il mercato oggi offre diverse possibilità e scelte OUTDOOR, raffinate, di design ed estremamente naturali.
Tra i legni quello più consigliato per resistenza e durezza è il teak, molto resistente a quelli che sono gli agenti atmosferici, offre un ottima stabilità. Quello più pregiato è riconoscibile da un accentuata venatura, quasi rigata, e dal colore bruno dorato. E’ un legno che può facilmente essere “abbandonato a se stesso” se non trattato con appositi olii però il suo colore nel tempo (molto!)potrebbe virare al grigio. Fateci caso, ma se siete amanti delle navi, troverete spesso all’interno di esse arredamento in teak, per la sua alta resistenza all’umidità.
Altro legno consigliato e molto usato è il rattan, proveniente da palme vissute in ambienti molto caldi e umidi, anche lui vanta una notevole resistenza all’umidità, anche se richiede dei trattamenti con particolari resine che lo proteggano dalla possibilità di scolorire dopo una lunga esposizione al sole.
In alternativa a quest’ultimo esiste una fibra sintetica che riproduce il caratteristico intreccio in modo molto fedele, impermeabile e resistente richiede poca manutenzione per quanto riguarda la pulizia. (non che il legno richieda metodi più complessi).
Nella foto di presentazione avrete sicuramente notato i famosi ventilatori Wind di Gervasoni, sfiziosissimi e assolutamente in tema, con la loro struttura intrecciata si ambientano in modo perfetto a qualunque possa essere l’estetica che darete al vostro giardino\terrazzo.
Io non ho il pollice verde, vado d’accordo con i fiori e li amo ma non ho la minima idea di come si facciano crescere delle piante, ma posso dire che basta poco per rendere accogliente un luogo esterno, un albero di gelsomino che cattura l’attenzione con il suo profumo così estivo, il piccolo Wind che vi allieta mentre vi dondolate su una relax in teak con dei cuscini dai colori estivi e freschi (azzurro, aviazione, bianco, verde mela, e righe tono su tono!)
Si può chiedere di più??

lunedì 12 marzo 2012

PROVENZA STYLE.


Voglio inaugurare il primo vero post che parla d’arredamento con uno stile che a me piace in modo particolare, che trovo elegante e raffinato e al tempo stesso moderno e ricercato.

Si parla di Francia, di mare, di bianco e di profumo di lavanda. Si parla di Provenza.
E’ proprio dal profumo e dal colore della lavanda che nasce questo stile così delicato.
Se penso ad una casa al mare, in Liguria, nelle nostre ben amate Cinque Terre, nella profonda e ventosa Sicilia, penso a questo stile. Qualcosa di caldo.
E’ uno stile molto particolare perché parte dal riciclo dei mobili “della nonna” che si tramandano di generazione in generazione, ed ogni volta che cambiano famiglia cambiano aspetto perché carteggiati e ridipinti secondo i gusti del possessore. Per questo hanno l’aspetto vissuto e un po’ rovinato che tanto li rende caldi.
Le forme morbide e agili li rendono sufficientemente romantici e semplici da poterli inserire in ogni ambiente.
Li abbiamo sempre visti inseriti in contesti ricchi, un po’ rustici, che (diciamocelo!) non li valorizzava poi tanto. Come ogni cosa anche questi mobili hanno bisogno di equilibrio, per cui inseriti in contesti un po’ più attuali e moderni acquistano un’importanza strategica che rende innanzitutto l’ambiente moderno meno freddo e impersonale e dà un tocco ricercato alla casa.
Esistono diverse aziende che trattano questo tipo di mobili, alcune più o meno commerciali e conosciute, altre direttamente francesi che commercializzano questi prodotti e non solo. Infatti è uno stile che non è fatto solo di mobili, credenze, e tavoli ma bensì fatto di colori, per lo più molto tenui, tono su tono.
C’è un azienda che con i suoi complementi, le sue strepitose carte da parati e soprattutto vernici (ben 249 colori!)e la sua originalità francese rispecchia in pieno quello che è il senso della Provenza.
Parlo di Flamant (www.flamant.com) azienda francese che produce delle vernici dai colori introvabili, unici. Reperire un loro colore utilizzando le più note cartelle colore (Ral, pantone, silkwood, sayerlack, etc…) è praticamente impossibile. Possiamo trovare qualcosa di simile ma MAI il vero e proprio colore che hanno loro! Questo è uno dei motivi che rende i prodotti Flamant non per tutti, non di primo prezzo.
Certo è che se ci si vuole tuffare in un mondo fantastico andare in questo negozio è un’esperienza unica.
Ma non disperate, per chi più comunemente vuole rimanere su budet più abbordabili di spesa, ci sono aziende che consentono lo stesso risultato  estetico con spese inferiori. 
Ne parleremo più avanti!

ROSSO COME PAPAVERI.


Monet. Campo di papaveri.
“Il rosso è l’espressione dell’amore ardente e passionale, del coraggio e del forte desiderio di vittoria. Simbolo di collera e temperamento volitivo.  E’ il colore del fuoco e del sangue, è quindi associato all’energia, alla guerra, al pericolo e alla potenza.  E’ un colore emozionalmente intenso, aumenta il metabolismo, il tasso di respirazione e fa alzare la pressione del sangue. Ha una visibilità elevata. Viene usato per stimolare le persone a prendere decisioni rapide.
Nel linguaggio dei fiori il Papavero rosso vuol dire Eccentricità. Il Papavero era a volte detto Rosa rossa di Cerere perché gli antichi romani credevano che fosse coltivato da Cerere, la dea del grano: essa è infatti sempre rappresentata con papaveri e grano, che offriva in sacrificio agli dei. Da alcuni i papaveri sono detti Soldati perché richiamano le giubbe scarlatte indossate un tempo dai militari. Vi è in ciò una certa ironia, poiché essi ci ricorderanno sempre la Grande Guerra, quando spuntavano a coprire i corpi di coloro che si erano coraggiosamente battuti sui campi di battaglia.”

Questo è solo per dire che la personalità è molto importante, nella vita come nella realizzazione di una casa, motivo per cui ognuno sceglie ciò che lo rappresenta con coraggio e devozione.
E così inizia questo blog, che vuole essere un invito a creare delle case che siano di chi le abita e non di chi le arreda (come dico sempre ai miei clienti).
Da Arredatrice d’Interni, o Interior designer che dir si voglia, cercherò di CONDIVIDERE  le mie conoscenze e di dare consigli, idee, indicazioni di aziende e spiegazioni utili per decidere e immaginare la VOSTRA casa con personalità.